Situato presso un antico insediamento medievale al centro della
Val d’Elsa, ha da sempre tratto vantaggio dalla sua felice
posizione di nodo stradale posto al centro della Toscana.
Nel Medioevo, Poggio Bonizio viene descritto nelle cronache
del tempo come uno dei più forti e ricchi castelli d’Italia.
Distrutto
dai Fiorentini attorno al 1115 fu ricostruito alcuni decenni dopo, con l’aiuto di Siena, ma con la sconfitta dell’esercito imperiale nella seconda metà del XII secolo Firenze ottenne gli stessi privilegi di Siena riguardo al castello. Nonostante dovesse giurare lealtà a entrambe, Poggio Bonizio sfruttò abilmente la rivalità e riuscì a ottenere una certa autonomia. Seguirono poi un’alternanza di eventi e dopo il ritorno dei Guelfi a Firenze, Poggio Bonizio ritornò a essere di nuovo il punto di raccolta delle forze ostili alla città.
Nel 1270 il castello fu di nuovo costretto ad arrendersi al nemico.
Di tutte le costruzioni di allora rimase a tutti gli effetti soltanto la “Fonte delle Fate” e gli abitanti spostarono più lontano, nel villaggio di Marturi, l’antica sede di Poggibonsi.
Sulla strada che porta alla basilica di San Lucchese, la Fonte di Vallepiatta, detta delle Fate, è oggi l'unico grandioso reperto architettonico della sovrastante e distrutta Poggio Bonizio.